Il caffè principale fonte di caffeina per gli adulti, fa parte della nostra cultura e della nostra vita sociale ed è comunemente utilizzato per farci stare più svegli e aumentare la nostra produttività. Sono molte, inoltre, le piante che contengono caffeina all’interno dei loro semi, dei loro frutti o delle loro foglie, per esempio le fave del cacao, presenti nel cioccolato. Può anche essere sintetizzata artificialmente e aggiunta a cibi e bevande, come quelle energetiche o in alcune bibite analcoliche. Il caffè, oltre alla caffeina, contiene un’ampia gamma di altre sostanze (polifenoli, magnesio, potassio, vitamina B3 etc.), che possono ridurre lo stress ossidativo e modulare il metabolismo lipidico e degli zuccheri.
Effetti della caffeina sul cervello e sul sistema nervoso
La caffeina ha una struttura molto simile a quella di un’altra molecola detta “adenosina”, che riveste un ruolo importante in alcuni processi biochimici e scambi energetici del nostro organismo. La caffeina – simile all’adenosina – si lega ai recettori che normalmente sono utilizzati da quest’ultima molecola, che quindi non riesce più a produrre il suo effetto come farebbe in assenza della caffeina. Normalmente, nel nostro cervello, un accumulo di adenosina inibisce il risveglio e induce sonnolenza quindi, limitandone gli effetti, la caffeina può ridurre la fatica che percepiamo, aumentare la nostra attenzione e ridurre il nostro tempo di reazione. Il consumo di caffeina può, inoltre, renderci più vigili durante compiti di lunga durata che dobbiamo portare a termine, come per esempio guidare la macchina per molti chilometri.
Questi effetti, molto utili in certe circostanze, possono portare – se consumata nelle ore più tarde della giornata – a problemi di sonno. Inoltre, soprattutto se assunta in grandi quantità, in particolar modo negli individui più suscettibili, potrebbe indurre ansia. L’intensità e l’occorrenza di questi effetti non sono uguali per tutti, perché il metabolismo della caffeina presenta delle differenze da una persona all’altra. Tale sostanza può, inoltre, contribuire alla riduzione del dolore aumentando l’efficacia dei farmaci antinfiammatori che prendiamo, per esempio, quando abbiamo mal di testa. Infine, diversi studi hanno dimostrato una correlazione fra la caffeina e la malattia di Parkinson, che contribuirebbe a ridurne il rischio, e con la demenza, anche in questo caso con un effetto protettivo.
Sul sistema cardiovascolare
Sebbene possa causare lievi aumenti della pressione arteriosa nel breve termine, in persone che non hanno mai consumato caffeina prima, gli studi non dimostrano la presenza di alcun rischio sulla pressione, nemmeno nei soggetti che soffrono di pressione alta e che bevono abitualmente caffè. Inoltre, non sembra esserci una correlazione fra l’assunzione di caffeina e l’insorgenza di fibrillazione atriale. In generale, il consumo di caffè (fra le 3 e le 5 tazzine al giorno) è stato associato a una riduzione dell’insorgenza di malattie cardiovascolari.
Su altri organi e apparati
Il caffè e la caffeina sembrano ridurre il rischio di calcoli della cistifellea. Gli studi sul metabolismo del nostro corpo ci dicono che la caffeina (non quella contenuta nelle bevande analcoliche zuccherate che la contengono, le quali hanno un altissimo contenuto calorico) può migliorare il bilancio energetico riducendo l’appetito e aumentando il metabolismo basale. Sebbene la caffeina possa, nel breve termine in persone che non consumano abitualmente il caffè, ridurre la sensibilità delle nostre cellule all’insulina, gli studi dimostrano che il consumo moderato di caffè non abbia, sul lungo termine, effetti di questo tipo e che possa, invece, ridurre il rischio di insorgenza di diabete di tipo 2. Inoltre, non c’è alcuna evidenza sul fatto che un consumo di caffè possa aumentare il rischio di tumore o di mortalità legata a cause oncologiche.
Gli amanti del caffè, quindi, non hanno motivi per cui lamentarsi, anzi! Una buona quantità di evidenze scientifiche non ci dicono solo che il consumo di questa bevanda non sia associato ad un aumento delle malattie cardiovascolari né al rischio di insorgenza di tumori: sottolineano anche il fatto che il consumo di 3- 5 tazzine di caffè al giorno proteggano dallo sviluppo di diverse malattie croniche. Non bisogna, però, eccedere: andare oltre i 400 mg di caffeina al giorno per gli adulti in salute (e i 200 mg per le donne in gravidanza o durante l’allattamento) potrebbe portare all’insorgenza di effetti collaterali.
Le evidenze attuali suggeriscono, in conclusione, che un moderato consumo di tè o caffè possano tranquillamente far parte di uno stile di vita sano ed equilibrato, e questa è un’ottima notizia.
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Articolo di Mecial Facts - Renata Gili
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