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Le capsule non sono cancerogene.





L’articolo  “Un blog accusa le capsule: “Cancerogene per il furano e inquinano l’ambiente”, pubblicato l’11 gennaio, ha provocato anche la reazione di Nespresso. Che è l’azienda regina nel mondo delle capsule. Nespresso, il ramo di Nestlé del monoporzionato, è stato l’inventore di un prodotto sempre più presente nelle case degli italiani. Nonché numero 1 al mondo delle capsule in alluminio. Quindi Nespresso ha risposto ad entrambe i versanti della questione posta dal blog sul quale avevamo trovato l’articolo: furano “più concentrato” nelle capsule e produzione/riciclo dell’alluminio.


Cominciamo dall’accusa della presunta tossicità del furano, che la permanenza del caffè nelle capsule amplificherebbe. Al contrario del macinato tradizionale, quello per la moka dove il furano si disperderebbe nell’atmosfera.

La posizione sul furano nelle capsule era espressa con molta durezza.

Che si era poi soffermato anche sulla lavorazione dell’alluminio che forma il contenitore delle capsule svizzere. Mentre la maggior parte delle altre è di plastica. Di plastica tradizionale. Anche se di recente sono comparse capsule compostabili o biodegradabili.

Tutte le considerazioni che trovate qui sotto sono riprese dal sito Nespresso, capitolo Faq.


Il caffè in capsule è cancerogeno? la risposta è NO.

Infatti, uno studio condotto a giugno 2016 dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) non ha riscontrato correlazioni tra il consumo di caffè con un incremento del rischio di sviluppare il cancro.

Tutti i tipi di caffè, compreso il caffè tostato e macinato, contengono piccole quantità di furano in concentrazioni non dannose per la salute. Il furano è un composto organico presente naturalmente negli alimenti durante il riscaldamento o la cottura. Riscontrato quindi in una vasta gamma di alimenti e bevande. Come verdure alla griglia, pane cotto, pollo alla griglia; cibi in scatola e in barattolo, e tutti i tipi di caffè.

Il furano si forma nel caffè durante il processo di tostatura. Un passo fondamentale nella filiera di produzione, poiché contribuisce a sviluppare il gusto e l’aroma tipici di questa bevanda. Il consumo di caffè, indipendentemente da come viene preparato, è considerato sicuro da tutte le autorità preposte alla sicurezza alimentare. Gli enti regolatori, tra cui la Food and Drug Administration (FDA) statunitense e la European Food Safety Authority (EFSA 4104, 2015), non hanno fornito raccomandazioni su livelli massimi di furano nel fabbisogno alimentare. L’acrilamide è un componente presente naturalmente durante la cottura degli alimenti; come pane, patatine e biscotti. I livelli di acrilamide nel caffè però, sono al di sotto dei valori di riferimento stabiliti dalla Commissione Europea. Pertanto non costituiscono un rischio per la salute. A conferma, tutti i caffè Nespresso risultano al di sotto di questi livelli.


Nespresso ha recentemente annunciato che sarà la prima azienda ad utilizzare alluminio di origine responsabile, fornito da Rio Tinto, per produrre le sue capsule di caffè. “Stiamo lavorando con Rio Tinto per rispettare il nostro impegno di acquistare alluminio sostenibile al 100% entro il 2020.”, scrive l’azienda sul suo sito italiano.

Nespresso ha contribuito a formare l’Aluminium Stewardship Initiative (ASI) nel 2009 con l’International Union for the Conservation of Nature (IUCN), WWF, Rio Tinto Alcan e altri partner, per sviluppare uno standard internazionale per l’alluminio responsabile. Questo standard è stato pubblicato nel 2017.

L’ASI stabilisce degli standard per promuovere la tutela della biodiversità, il rispetto dei diritti delle popolazioni indigene, la gestione delle acque e le basse emissioni di carbonio durante la produzione di alluminio.


L’alluminio delle capsule viene effettivamente riciclato?Il contesto normativo italiano in cui Nespresso opera risulta particolarmente complesso. In quanto la legislazione italiana non consente a nessun privato, aziende incluse, di gestire la raccolta dei rifiuti urbani. Quindi, non è possibile trasportarli tramite corriere; né introdurre una raccolta porta a porta o altri sistemi di recupero e riciclo. Come avviene in altri Paesi del mondo, a cominciare dalla Svizzera.

Nel nostro paese, infatti, le capsule esauste non sono classificate come imballaggio ma come rifiuto urbano indifferenziato. Per via della presenza del caffè residuo al loro interno. Per questo motivo devono essere gestite solo dai singoli comuni. Il che rende lo scenario italiano ancora più complesso vista la presenza di oltre 8.000 municipalizzate. Con cui è necessario avviare una collaborazione one-to-one per il riciclo delle capsule.

A partire dal 2011, Nespresso ha deciso di investire in Italia oltre 3 milioni di euro per  implementare un proprio sistema di raccolta delle capsule. Nonché quello di recupero dei due materiali che la compongono.

Il progetto..

Avviato grazie a una convenzione, rinnovata a Luglio 2018, con CiAL (Consorzio Imballaggi Alluminio), Utilitalia e CIC (Consorzio Italiano Compostatori). Il programma è attualmente disponibile in 64 città d’Italia con 107 punti di raccolta.



Paragrafi tratti dal sito ufficiale Comunicaffè - replica di Nespresso

I marchi e i nomi dei prodotti sono di esclusiva proprietà degli stessi.








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